Plinio il Vecchio (23 d.C. – 25 agosto 79 d.C.) riporta nella sua “Storia Naturale” (cap. 57) alcuni fatti che si riferiscono al fenomeno delle piogge misteriose avvenuti nella Regione Brutia (Calabria):
*Pioggia di latte e di sangue sotto il consolato di M. Acilio e G. Porcio ed in molte altre occasioni.
*Pioggia di carne durante il consolato di P. Volumno e S. Sul pizio. *Pioggia di terra in Lucania: i corpi che caddero dal cielo avevano l’aspetto di spugne di terra.
*Pioggia di lana sotto il consolato di L. Paolo e C. Marcello, nella regione di Cossa (odierna CASSANO JONIO), dove Tito Annio Milone doveva essere ucciso l’anno seguente: durante il processo seguito alla sua morte vi fu pure una pioggia di mattoni cotti, riferita negli atti di quell’anno.
372: Autocombustione di Reggio.
“La città di Reggio brugia da se medesima per tre giorni continui, in maniera, che le giovò diligenza alcuna per molte, che se ne fossero adoperate”.
647: La pioggia di frumento.
“In Cosenza, e suoi casali, cadde precipitosa una gran pioggia di frumenti: si macinarono, e se ne fè pane ottimo”.
849: Tre gemelli siamesi parlanti.
“In Cosenza una donna partorì ad un parto tre creature attaccate insieme, e tutte e tre parlanti; vissero per sei mesi”.
940: Bimbo con due teste e piedi d’orso.
“In Reggio nacque un fanciullo con due teste umane; ma si portò i piedi a somiglianza d’orso”.
1191: Sulla Calabria, grandine gigantesca. (da un documento d’epoca).
23 giugno 1191. Nella città di Catanzaro “A 23 giugno diluviarono sopra quasi tutta la Calabria cascarono grandini d’oltre una libra, ed impetriti così, che là durarono lungo tempo: in alcuni de’ quali si vedeva un uomo sedente in un trono, con nella destra una lancia”.
1193: Esercito di locuste nella Valle del Crati. (da un documento d’epoca).
23 maggio 1193. “A 23 maggio, circa il mezzo giorno, in Val di Crate (Crati), comparve un esercito di locuste, le quali datesi a divorar le biade, avrebbero recato gran danno, se di pari al tempo medesimo, comparso un esercito d’uccelli con penne verdi, non l’avessero divorate; indi alzato il volo non più comparvero”.
1196: Cani neri dalle lingue di fuoco nel fiume Crati.
15 Marzo 1196. “A 15 marzo il fiume Crate (Crati) crebbe così, che ne rovinarono molte torri; e nel dentro del fiume furono osservati alcuni cani neri, con lingue di fuoco, quali buttando dalla bocca, come sangue marcio; con ciò le onde ne crescevano a gran furia”.
1210: Un globo di fuoco visto girare nel cielo di Catanzaro, cade in provincia di Cosenza. (da un documento d’epoca).
29 marzo 1210. «Comparve nell’aria un globo di fuoco molto terribile e fu veduto in Catanzaro e, dopo molti giri per il cielo, cadde vicino il castello di Bisignano ed abbruciò molte case».
1210: Un globo di fuoco, cade a Bisignano in provincia di Cosenza. (2). (da un documento d’epoca).
29 marzo 1210. “A 29 marzo comparve nell’aria un globo di fuoco molto terribile, il quale doppo l’aver scorso qui e lì, cadde vicino al Castello di Bisignano, e bruggiò tutte quelle case all’intorno”.
1230: Pianti misteriosi dal sottosuolo (1). (da un documento d’epoca).
Dall’1 al 15 marzo 1230. “Al primo marzo fino ai 15 furono udite di notte tempo, per quasi tutta la Calabria nè luoghi sotterranei voci di chi piange”.
1230: Pianti misteriosi dal sottosuolo, si odono nella notte e preannunziano il terremoto. (da un documento d’epoca).
15 aprile 1230. «Si udivano di notte molti pianti come da luoghi sotterranei e poi, alli 15 aprile dello stesso anno, successe in tutta la Calabria un gran tremuoto con gran mina della medesima. In Catanzaro non vi fu gran danno, morirono solamente sotto le pietre 10 personi».
1257: Da un incesto nasce un piccolo Polifemo.
“In Morano da un incesto d’un fratello con la sorella, nacque un fanciullo assai grande, con un sol occhio sul mezzo del fronte; essendo d’anni cinque, crebbe in altezza di otto cubiti”.
1262: Il bambino-lupo. (da un documento d’epoca).
“In un villaggio non lungi da Squillace, nacque da madre rustica, abitante con suo marito in una torre fuori l’abitato, un fanciullo con figura umana; tutto però coverto di setole, sin la faccia, talmente ch’appena vedevansi gli occhi. Le mani, e i piedi, come o di cane o di lupo: i denti anche nel nascere canini: la voce più tosto d’animale ululante, che d’uomo parlante: selvaggio così, che non lasciava toccarsi, che dalla misera madre: non camminava, ch’a somiglianza di quadrupedi: il padre con un suo zio volevano ucciderlo, e l’avrebbono fatto, se la madre non si fosse loro opposta: tutti però convennero ad occultarlo. Cresciuto all’età, rincrescendogli l’abitare tra le genti, prese ad abitare le selve; onde divenuto crudele contro gli uomini, e fiere medesime, appena poté esser ucciso di lontano con saette. Morto, n’arrabbiarono i cani, ed i lupi, quali entrando sovente né villaggi, e nella città medesima sbranarono una quantità d’uomini, e di donne. Né quietò la lor rabbia, che per solo miracolo del cielo”.
1263: Uno strano fulmine cade su Reggio, presagio di morte per gli Svevi. “A 29 maggio essendo l’aere sereno un’ora avanti il mezzo giorno, cadde dal cielo un mostruoso folgore, il quale andato sulla cima d’una torre nelle mura di Reggio, arse uno stendardo del Re Manfredi, e rovinò alcune statue di marmo, quali erano d’alcuni re antichi. Indi caduto a terra vi si profondò giù molto, e da quell’apertura ne venne fuori un nerissimo fumo, che per due ore rese l’aere assai oscuro. Al sopravenir delle tenebre notturne svenne il fumo, restando la città, ed il paese all’intorno, ricoverti d’una sola nuvola, non così oscura; quindi da un’altra qual tirava dal settentrione al mezzo giorno uscirono alcuni uccelli, che veloci fuggivano, incalzati da certi raggi di fuoco fiammifero; onde la notte se ne rendeva chiara, come di mezzo giorno. Con questo, che gli uccelli, quali venivano tocchi da quei raggi, cadevano a terra morti, gli altri svenirono poco avanti all’aurora. Infelice prognostico della morte di Manfredi, di Corradino, e d’altri Svevi; con insieme la rovina di molte città, affezionate a quelli, per opera di Francesi sotto al Re Carlo Primo”.
1272: Gocce di pioggia, viola, rosse e nere, su Montepaone (CZ) predicono una pestilenza. (1). (da un documento d’epoca).
14 maggio 1272. «Dalli primi albori dell’aurora sino a mezzogiorno caddero dal cielo nelle campagne di Montepaone alcune gocciole, alcune di color di viola, altre rosse et altre nere da questo segno due anni doppo successe una gran pestilenza che spopolò tutta la Calabria et in Catanzaro ne morirono più della terza parte».
1272: Gocce di pioggia, viola, rosse e nere, su Monteleone (VIBO VALENTIA) predicono una pestilenza. (2). (da un documento d’epoca).
14 maggio 1272. “A 14 maggio dà primi albori dell’aurora fino a mezz’ora prima il mezzo giorno, caddero nelle campagne intorno a Monteleone alcune gocciole, altre a color di viole, altre più rosse, altre più nere, tutte però di fuoco, di sapore agrissimo, e d’odor grave, che generava stomaco: onde tutto quello toccarono, fiori, frondi, biade, alberi, restò non pur secco, ma marcito. Da ciò nacque una travagliosa pestilenza, la quale di fè sentire per due anni appresso”.
XVI secolo: Un uomo nudo appare dal mare in tempesta.
Lorenzo Dardano, in un volume da lui scritto, dice questo: “Vicino agli scogli prossimi a Tropea chiamati Messaggi, scosso dalla violenza della tempesta, apparve un uomo nudo, fra lo stupore dei cittadini; da questi interrogato chi fosse, non parlò affatto, ma fece cenno di voler scrivere e, portata la carta, scrisse: ‘non so chi sia, o da dove, nè in qual modo sia giunto qui; la mia vita è breve’. Dopo un’ora morì e fu sepolto davanti alla porta della chiesa di S. Giovanni”.
1539: L’oscuramento del sole per un’ora. (da un documento d’epoca).
18 aprile 1539. “A 18 aprile, ad ore 12 s’oscurò il sole per un’ora; così che si viddero le stelle, come di mezza notte”.
1568: La trave di fuoco. (da un documento d’epoca).
28 luglio 1568. “28 luglio cadde sopra il villaggio, detto il Sorbo di Taverna, come una trave di fuoco, che bruciò la maggior parte delle case. Avvenimento alquanto più prima accaduto in Acquaro, villaggio di Sinopoli; onde se n’atterrì la Provincia tutta, ed attese a placarne il Cielo con molte sagre processioni di mortificazioni”.
1590: Piove terra ininterrottamente per cinque ore. (da un documento d’epoca).
5 marzo1590. “A 5 marzo piobbe terra lo spazio di cinque ore, per tutta, quasi, la parte orientale”.
1679: Nascita mostruosa.
“A 25 settembre giorno di lunedì la moglie di Giuseppe Ferro chirurgo in Monteleone, partorì un figliuolo con due capi, quattro occhi, quattro orecchie, due nasi, due bocche, una gamba, ed un braccio, grossi per l’una parte, e li due altri, per l’altra, sottilissimi”.
1755: sono state documentate nevicate sulle coste della Calabria il 12 maggio del 1755. La storia del Miracolo della Neve colpì la fantasia popolare, tanto che molti artisti rappresentarono la scena e diverse chiese dedicate alla Madonna della Neve vennero edificate in altre parti d’Italia, non prima però del X secolo perchè non vi è traccia della leggenda della neve prima di quell’epoca.
1793: il 2 giugno del 1793 tutta la costa e’ ammantata di neve, tanto che Don Vincenzo Napolitano (Caulonia), annoto’ sui registri parrocchiali “…abbiamo avuto bisogno della bragiera”.
1836: nella notte tra il 24 e il 25 aprile 1836, verso mezzanotte moltissimi animali mostrarono segni di inquietudine e il mare divenne repentinamente agitato e tempestoso; su di esso, nella località Calopezzati (CS), apparve una trave infuocata e nello stesso istante si sentì un fortissimo rombo e sopraggiunse un’intensa scossa sismica.
1895: Una piramide volante si trasforma in globo di fuoco.
“In un giorno di ottobre, quando le ombre della notte si precipitano dall’alto dei monti, all’occaso di Cosenza sopra quelle giogaie sollevavasi una piramide forse ignita, lunga, trascinando una coda vaporosa. Lento traeva, ma sempre maggiormente raccesa, finchè rapida celossi dietro alto giogo, lasciando dall’urto dell’aere uno stridore poco sensibile. Non molti giorni, e un globo di fuoco si elevava in alto verso il medesimo luogo, lasciando dietro una striscia, come bianco, che a gradi a gradi anneriva; si estinse con un fragore non dissimile a quello del tuono. Nella notte, che seguiva, simile a tempesta, che freme, un fragore, un roco mormorare udivasi nelle alte regioni mentre tutto era quiete nelle ultime sedi della terra”.
BIBLIOGRAFIA
G. FIORE,
“Della Calabria illustrata”, Napoli, 1691, vol. I, pp. 286, 290;
G. BARRIO – T. ACETI, “Antichità e luoghi della Calabria”, ristampa dell’edizione cinque-settecentesca, Brenner, Cosenza, 1979, p. 260;
N. LEONI,
“Della Magna Grecia e delle tre Calabrie” ristampa dell’edizione 1844-1846, Forni, Bologna, 1975, pp. 324, vol. I.
G. MARAFIOTI,
“Croniche et antichità di Calabria”, Forni, Bologna, 1981.
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2 commenti
Commenti
Tommaso Calautti
Tommaso Calautti Ciao Luciana…Ho questo libro.
6 giugno 2013 alle ore 1:25 · Mi piace
Calabria Mystery
Calabria Mystery Mi fa molto piacere… anche vedere che mi segui! Ciao Tommaso 🙂
6 giugno 2013 alle ore 1:40 · Mi piace
Giuseppe Pagnotta
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IL LIBRO D’ORO DEI VISITATORI