LA FESTA della MADONNA di MONSERRATO di Vincenzo A.Ruperto (ripreso da un post di F.B.)
La festa da Madònna da Bonserràta .
La devozione alla Madonna di Monserrato di Vallelonga è antichissima presso le popolazioni dell’Angitola. Ricordo, ragazzo, quando al mio paese uomini e donne si organizzavano per partire, verso la mezzanotte di venerdì, verso il paese delle Serre a piedi, quasi tutti per voto o per chiedere qualche grazia. Sentivo parlare di tappe a Settefontane, di attraversamento di torrenti, di ripari in case coloniche sparse lungo le strade mulattiere in caso di pioggia, di canti religiosi, di padrenostri e avemarie intonati coralmente, si andava anche scalzi per maggiore devozione. La devozione non mancò e non manca anche in periodo di motorizzazione diffusa, si arriva da tante parte della Calabria, oltre che dalla zona del vibonese, si arriva dal lametino, dal reggino e dalla parte ionica catanzarese.
Il Santuario della Madonna si erge maestoso all’ingresso del paese, circondato da una piazza e da un bosco con piante d’alto fusto, bene attrezzato per ricevere la moltitudine di pellegrini. All’interno, oltre alla statua della Madonna, si possono ammirare le magnifiche tele di Andrea Cefaly. La fiera-mercato è imponente e si estende dal Santuario sino alla strada statale delle Serre. Il migliore regalo che si portava a noi ragazzi, erano i nastrini colorati, in dialetto detti Zafarèdhe da Bonserràta, benedetti e considerati con rispetto. Ancora dura questa tradizione della Zafarèdha, dura tanto che vi voglio riportare una breve composizione apprezzata d’alcuni bambini che l’hanno sentita recitare:
‘’La cotràra la chiù bèdha
mu si scìgghia la zafarèdha
portàta da Bonserràta
benedìtta e culuràta
mu la mènta nta la tèsta
pe’ curùna mu nci rèsta,
la facìmu reginèdha
de stu paìsi è la chiù bèdha,
ca d’uòru sùpa na sèggia
la portàmu nta na règgia,
dhà nu prìncipi l’aspètta
tànti vàsi mu nci jètta,
de diamànti li ricchìni
li pendàgghi e pendagghìni,
ca si chìstu non si vòla
mu si pigghia nta paròla,
mu si lìga li capìdhi
pe’ nu pùgnu de nucìdhi.’
Traduzione non letterale in italiano
‘La ragazza la più bella
che si scelga il bel nastrino
portato dalla festa di Monserràto,
benedetto e colorato
per metterlo sulla testa
per corona che le resti,
la facciamo reginella
di questo paese è la più bella,
là un principe l’aspetta
tanti baci per donarle,
di diamanati gli orecchini
le collane e ciondolini,
che se questo lei non vuole
che si pigli sulla parola,
che si leghi i capelli
per un pugno di nocciole.