LE ISOLETTE ITACENSI

 
L’antica Napizia è dalla preferenza di Persone grandi onorata.
 
Capitolo VIII
 

Fù sempre dagli assennati stimata gloria delle Città raccogliere, benché di passaggio, nel lor seno Personaggi illustri. Quindi il P.Fiore, à tale oggetto, di varj eroi nella Calabria il trattenimento rammenta; ed in particolare del grande Ulisse in Scilla, e di Cicerone in Reggio. Alfin medesimo ancor io per render l’0nor dovuto à Napizia oggettarò sotto l’occhio de’ Savj, sulle dimore in lei fatte da Ulisse Rè d’Ithaca, e da Cicerone Console in Roma i miei roflessi: per far principio d’Ulisse. Plinio di cotal Rè, ed uomo prodigioso negli affari Trojani parlando, racconta, che colle sua navi viaggiando, tra alcune Isolette si riposò, che all’incontro d’Ipponio, apparivano situate; onde per cagion dell’Itacense Eroe, Itacensi altresì nominaronsi quelle. Ecco di Plinio le parole registrate da Marafioti lib. 2.f.130.
 
Contrà Hipponium Insule parva funt, quae Ithacensa appellantur, Ulissis Specula.
 
Barrio fà di quelle isolette parola, e vuole, che sotto Briatico presso al Porto di S. Nicola elle siano. Marafioti lo siegue, ma poscia pentito, quasi canta la polidonia, mentre nel foglio 120. delle sue Cronache attesta, che Plinio in quelle sue parole (Cuntra Hipponium Insule parvae sunt) non dichiara la sua mente, e che però rimette egli di Plinio le parole ad intelligenza migliore.
 
Del che maturatamente crivellandone il midoloo l’erudito Scipione Mazzella determina, che l’Isolette Itacensi siano quelle presso al Pizzo, perchè di loro francamente dir si può, che all’incontro d’Ipponio si veggano; quindi egli per additar cotal suo sentimento, nella descrizione, ch’egli fà del Pizzo, unisce con Pizzo le cennate Isolette Itacensi, onde nella descrizion del Regno giusta la prima impressione fol. 96. e nella seconda edizione fol. 151. così scrive: Poscia si scorge il Pizzo in un luogo molto aprico coll’Isolette Itacensi.
 
 
 

Similmente, avendo fatti con maturezza; suoi ben fondati riflessi quel grande Cosmografo Gio:Lorenzo Anania, avvalora fortemente il parere di Mazzella; concioffiachè nella descrizion, ch’egli fà del Pizzo, unisce anch’egli col Pizzo l’Isolette Itacensi: quindi nella sua Fabrica del Mondo (Tratt. 1. fol. 56) del Pizzo discorrendo così scrive: Poscia si scorge il Pizzo coll’Isolette Itacensi. Adunque dall’unione d’ambedue Scrittori fatta del Pizzo coll’Itacensi Isolette chiaramente se ne deduce, esser quelle presso al Pizzo, altrimenti la divisata unione non sarebbe stata fatta à proposito da penne tanto erudite.
 
Essendo dunque le Itacensi Isolette al Pizzo vicine, sono elleno per conseguenza cinque, cioè la Punta, che oggidì si vede: la Pietraperciata: e le Trepietre, per l’istessa cagione, ascoste sotto l’arene, quindi oggidì le vicine riviere, anche nelle Scede de’ Notari, son col nome di Pietraperciata, ò di Treppietre chiamate. Eran l’accennate Trepietre tra di loro un pò distanti, nondimeno con un sol nome appellavansi le Trepietre.
 
Resta intanto diterminato, ch’essendo i mentovati scogli le Isolette Itacensi, per cagion che tra di loro, vi si fermò Ulisse Itacense colle sue navi, forza è dovervi credere, che Napizia fù dalla preferenza di così grande Eroe onorata; concioffiache al suo arrivo discesi i Patrizi alla marina, sù vari legni andarono allo’ncontro per riceverlo, del che dubbitar non si puote, come ci assicura l’amicizia tra Greci Focesi, ed Ulisse nella guerra Trojana.
 

Nè contro alla venuta d’Ulisse in Napizia può altri opporre il non essere questa all’ora fondata; concioffiachè s’è già dimostrata la sua fabbrica, cinque anni doppo le ceneri di Troja; quindi, perchè Ulisse ne vagò dieci, come sclamano le greche Storie, e latine, per conseguenza al suo arrivo all’Isolette Itacensi, già Napizia pompeggiava alla glorie, celebre, e famosa.
 
Da D. Ilario Tranquillo “Istoria Apologetica dell’Antica Napizia, oggi detta il Pizzo.”