Sono i giovani dei quali tutti Noi parliamo e sui quali posiamo tutte le nostre speranze. I giovani con il costante calo demografico degli ultimi venti anni ormai costituiscono merce rara. Ai miei tempi, organizzati in bande, occupavamo tutto il territorio di Pizzo. C’erano i Rioni della Marina, della Piazza, della Timpa, del Carmine, del Chiano, di Telercio, della Seggiola, di San Francesco e di San Sebastiano. In ognuno esistevano le Bande Giovanili organizzate in nuclei operativi indipendenti sempre in lotta tra di loro. Ogni Banda aveva una sede costituita per lo più da case abbandonate in seguito ai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Ad esempio la Banda di Supra u aveva il proprio fortino all’interno dei muri diroccati dell’attuale Posta centrale di Pizzo. La struttura organizzativa era rigidamente gerarchica con un Capo che comandava tutto. Facevamo le guerre e prendevamo dei prigionieri che legavamo intorno a dei pali appositamente predisposti. A casa ci andavamo solo per dormire, non esisteva lo studio, tutta la formazione avveniva direttamente in classe oppure nella banda in continua competizione con gli altri. Ad esempio nella Piazza sostavano spesso i camion che portavano la cipolla di tropea diretta altrove. Ebbene facevamo la gara a chi mangiava più cipolla senza piangere. Chi vinceva guadagnava punti verso la carica di capo. Per non parlare dei peperoncini che prendevamo dai camion che parcheggiavano a Pizzo. Chi ne mangiava di più vinceva.

Ora le cose sono completamente cambiate. Di giovani per le strade della nostra cittadina se ne vedono sempre di meno. Le bande non esistono più e addirittura anche i Quartieri sono rimasti come un ricordo del passato. Una volta c’erano i mestieri: dal sarto al meccanico, dal barbiere al ciabattino, dal falegname all’elettricista e così via presso i quali le famiglie mandavano i propri figli per imparare il mestiere. E’ tutto un mondo che anch’esso è completamente scomparso. Per non parlare dei centri di Aggregazioni Sociali che costituivano il cuore della vita delle nostre Parrocchie. Intere generazioni si sono formato presso l’azione cattolica di Via Chiaravalloti così come nell’oratorio della Chiesa dei Frati Minimi di San Francesco di Paola. Per non parlare della missione formativa dei partiti politici con l’insegnamento delle regole democratiche.

Anche le ragazze avevano i loro luoghi di aggregazione rappresentate dalle maestre sarte le quali le prendevano a lavorare con loro insegnandogli il mestiere. Saper cucire nella cultura dell’epoca era di fondamentale importanza per ogni donna. Luoghi di aggregazione sociale per le ragazze erano di fondamentale importanza le Chiese e tutto ciò che in esse si svolgeva: dalle funzioni religiose, alle Sante Messe, alle Processioni, alle Feste Religiose fino ai pellegrinaggi. Erano anche i luoghi dopo avevano la possibilità di scambiare qualche parola con il pretendente di turno. Dove nascevano i fidanzamenti e poi anche i matrimoni. Le più fortunate venivano mandate a Vibo a scuola ed in tal caso godevano di una maggiore libertà assolutamente proibita a tutte le altre. Uscire la sera con il ragazzo non esisteva proprio se non con la cugina o parente di turno.

Ora tutto è cambiato. Giovani in giro se ne vedono veramente pochi. Anzi se si va nel Centro storico Rione Timpa e Carmine sembrano completamente scomparsi vittime di qualche diavoleria moderna. A dire il vero di diavolerie moderne oggi giorno ce ne sono tantissime. In primis la tecnologia sfrenata senza alcuna regola nelle cui maglie sono stati messi i nostri giovani.

Le famiglie ormai hanno mediamente non più di due figli troppi pochi per assorbire l’immenso amore dei genitori creato per un numero molto più alto di figli. Tale concentrazione spesse volte deborda nel mammismo e nella deresponsabilizzazione dei giovani. Le nuove famiglie cristiane sono sempre meno mentre aumentano le convivenze ed i divorzi con tutte le problematiche

sociali che essi comportano. Eppure nonostante tutto le generazioni vanno avanti come queste foto di pochi giorni addietro dimostrano. Sta a noi GRANDI affrontare i problemi e risolverli se non vogliamo che il nostro Popolo scomparisca, fagocitato dalle maree umane che ad ondate continue continuano a provenire dalla sponda africana e dall’estremo oriente.