Anche l’estate del 2018 si sta avviando verso la prematura conclusione tra acquazzoni e temporali assolutamente anomali per questo periodo dell’anno. Ormai la calca delle giornate intorno al ferragosto via via si sta diradando e Pizzo si avvia a riprendere il solito aspetto di tutto l’anno. E’ vero che ancora c’è tutto il mese di settembre, ma ormai il grosso del movimento turistico si è esaurito. Dopo questa doverosa premessa tutti noi dovremmo porci la domanda sulla misura in cui  i sacrifici ed i disagi che tutta la cittadinanza, non direttamente collegata al turismo, ha dovuto sobbarcarsi siano stati ripagati dalla ricchezza rimasta nelle tasche di coloro che di Turismo vivono in tutto o in parte? Ma l’era del Turista è veramente superiore a quella dei Vagneri che da sempre hanno soggiornato a Pizzo fin dai tempi più remoti. Siamo di fronte ad attività economiche che come sempre sono sottoposte alle leggi dell’economia. I ricavi devono essere superiori ai costi altrimenti non si crea ma si distrugge ricchezza. I ricavi sono per loro natura variabili. Se i turisti vengono e soggiornano da noi allora portano ricchezza che come le onde dello stagno si diffonde circolarmente. I costi però non sono tutti variabili perché c’è una grossa fetta di costi detti fissi che non variano al variare della domanda, almeno entro certi limiti, capaci di trasformare i risultati aziendali se il numero di utenti dei servizi non è sufficientemente grande da ridurre al minimo i costi unitari medi. A Pizzo nelle due settimane a cavallo del ferragosto si raggiunge il massimo dell’accoglienza. Più di quello il Paese non può andare. Ma negli altri periodi dell’estate tutte le strutture ricettive e di riflesso tutti gli altri operatori del settore hanno una bassa utilizzazione della loro capacità produttiva. Per cui il grosso incasso di Ferragosto potrebbe non essere sufficienti per coprire i costi che si sostengono nel corso di tutto l’anno. Così molte strutture turistiche potrebbero scoprire che il conto economico veramente importante è quello annuale e non quello del solo mese di Agosto. Dal lato della popolazione residente non direttamente coinvolta nel Turismo, che almeno a Pizzo costituisce la stragrande maggioranza, è costretta nel periodo Ferragostano a subire pesanti disagi dovuti alla mancanza di parcheggi, al traffico lento ed ingolfato, al mare sporco per l’impatto di una massa di persone più che doppia rispetto a quella residente, alle spiagge affollate, alle file da fare nei negozi, alla carenza dell’acqua potabile che spesso aspetta il periodo agostano per fare le bizze, ai prezzi che inevitabilmente salgono rispetto agli altri periodi dell’anno, all’impossibilità di farsi una tranquilla passeggiata in Piazza della Repubblica che nel periodo indicato diventa una gigantesca gelateria, pizzeria, paninoteca e quant’altro inventato per trattenere i Turisti. Diventa di tutto con la contestuale perdita della sua funzione di Piazza e cioè di luogo dove i concittadini di Pizzo si recano per incontrarsi. Il Turismo è una delle principali risorse dell’Italia e porta torrenti di valuta pregiata che hanno fatto e fanno la ricchezza non solo di città e paesi di ogni tipo ma anche di intere regioni vedi il Veneto, l’Emilia, la Puglia e così via. Ma allora che cosa hanno di più queste realtà rispetto alla nostra. La differenza sono le politiche turistiche che si sono date e che perseguono. Il turismo viene percepito ed organizzato come una qualsiasi attività economica per tutto l’anno. Il turismo balneare da solo è troppo limitato nel tempo per poter costituire la linea di svolta dello sviluppo economico di Pizzo. Ad esso va affiancato quello Religioso e Pizzo ha le sue carte da giocare con Piedigrotta, quello culturale e Pizzo non è secondaria a nessun’altra località turistica con il suo Castello, la sua storia e soprattutto una giusta valorizzazione del Periodo napoleonico a Pizzo con la tragica fine del Re Gioacchino Murat. In un tale contesto la Rievocazione Storica murattiana istituzionalizzata, cioè con spese a carico del Comune, fatto salvo eventuali contributi Regionali e statuali, inserita in una sicura programmazione annuale potrebbe essere insieme  agli altri un polo attrattore di turismo di primaria importanza non solo per Pizzo ma per l’intera Regione. Da ultimo anche se primario per importanza è il Turismo gastronomico nel quale Pizzo con la sua Gelateria artigianale la fa veramente da padrona. Sono tutti dei forti poli attrattori dei flussi turistici che se ben organizzati, coordinati e gestiti potrebbero veramente fare la differenza tra prima e dopo. Allora si i sacrifici imposti agli altri cittadini potrebbero, da questi,  essere sopportati ben volentieri in vista di un bene comune in crescita. Una cosa è certa a Pizzo non serve il Turismo del singolo evento grosso quanto vi svoglia possa essere. La caciara, il bordello, la massa di giovanotti che dai paeselli del Vibonese di riversano su Pizzo per il grande evento non fa bene, anzi fa solo danno ad una crescita equilibrata e serena verso una località turistica che necessariamente, non avendo lo spazio materiale per le masse, deve puntare sul turismo residenziale di livello medio alto.