Testimonianze sulla morte di MURAT
Canonico Masdea.
Estratto dalla relazione del Canonico Masdea al Vescovo Minutolo: “ecco Gioacchino Murat all’ore 18 d’Italia in mano di un furioso branco di Aggressori al numero più di duemila, tutti della plebe. Consideri chi legge, quali delle ingiurie non soffrì: fischi, sputi in faccia, strappamento di capelli, di barba, e di mustaccio (F.B.) colpi di fucile, bastoni, schiaffi anche da donnicciole, e ridotto in modo, che la pietà di gente pulita (F.A.) accorse per ricoprirlo con nuove vesti, e tele, perché lasciato lacero e mezzo ignudo…………Il cadavere di Gioacchino Murat riposto in un baule foderato di taffetà nera, fu sepolto nella Chiesa Matrice da lui beneficata, e compita alla reale dopo di lui morte, dove nel giorno seguente fù cantata una solenne Messa di Requie. Così morì il gran Generale Giacchino Murat.”.
Il canonico non dice se era presente o meno alla sepoltura ne tantomeno in quale parte della Chiesa Murat fù sepolto. Ricordo che a San Giorgio vi sono sette cripte nobiliari più tre fosse comuni. Dice però che non era una cassa ma un baule foderato di taffetà nero. Certo che la anche la cassa che si vede nella foto è molto diversa da quelle che si trovano all’interno della fossa centrale. Quelle sono di tavole larghe mentre questa à di tavole strette come sono quelle con le quali si costruivano i bauli nell’800. E’ decorata e legata da strisce di tessuti o cuoio che la legano sia lungo i bordi e che la decorano per tutta la sua lunghezza come un buon baule che si rispetti.