LA TRADIZIONE DEL MARTIRIO.Nel 305 un imperatore romano tenne grandi festeggiamenti in proprio onore ad Alessandria. Anche se la Leggenda Aurea parla di Massenzio, molti ritengono che si tratti di un errore di trascrizione e che l’imperatore in questione sia invece Massimino Daia, che proprio nel 305 fu proclamato Cesare per l’oriente nell’ambito della tetrarchia (Governatore d’Egitto in quell’anno era invece, fin dal 303, il prefetto Clodio Culciano, che non pare possa essere il protagonista della storia). Ricordiamo inoltre che la data del 305 non è stabilita con certezza. Caterina si presentò a palazzo nel bel mezzo dei festeggiamenti, nel corso dei quali si celebravano feste pagane con sacrifici di animali e accadeva anche che molti cristiani, per paura delle persecuzioni, accettassero di adorare gli dei. Caterina rifiutò i sacrifici e chiese all’imperatore di riconoscere Gesù Cristo come redentore dell’umanità, argomentando la sua tesi con profondità filosofica. L’imperatore, che, secondo la Leggenda Aurea, sarebbe stato colpito sia dalla bellezza che dalla cultura della giovane nobile, convocò un gruppo di retori affinché la convincessero ad onorare gli dei, chiedendola anche in matrimonio. Tuttavia, per l’eloquenza di Caterina, non solo non la convertirono, ma essi stessi furono prontamente convertiti al Cristianesimo.L’imperatore ordinò la condanna a morte di tutti i retori e dopo l’ennesimo rifiuto di Caterina la condannò a morire anch’essa su una ruota dentata. Tuttavia, lo strumento di tortura e condanna si ruppe e Massimino fu obbligato a far decapitare la santa, dalla quale sgorgò latte, simbolo della sua purezza.
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Opera in marmo bianco del Secolo XVI di ignoto scultore. E’ una scultura a tutto tondo in marmo statuario bianco venato; la santa avvolta in ampie vesti, è presentata, secondo l’iconografia propria con la palma del martirio, la ruata e la corona; il busto e la testa sono leggermente volti verso sinistra, la figura è appoggiata sulla gamba destra, mentre il piede sinistro calca la testa mozza dell’eresia. Alla base della ruota è addossato uno scudo con la raffigurazione a rilievo di uno drago alato. Sulla base è inciso, a lettere capitali: M. CARLO . CANALE
L’opera, pregevole soprattutto per i particolari tratti della testa e del volto, appare eseguita sulla fine del secolo XVI forse i primi del XVII, ma non mostra ancora nessuna dei manierismi di certe forme seicentesche; l’autore non ci sembra possa essere cercato nell’ambiente napoletano.
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Foto di Giuseppe Pagnotta; Sede: Chiesa di San Giorgio; Commento del Ministero dei Beni Culturali Soprintendenza ai beni artistici e storici.