Pizzo Calabro, 26.7.2016

Da: “Trascorre il tempo…”, di Rosa Corallini, Ed. 2009.
TUCCI VINCENZO, DI GUARINO – SOTTOTENENTE DEI BERSAGLIERI – MEDAGLIA D’ARGENTO (Rossano Calabro, 13.2.1915 – Hani-Delvinaki-Zervat (Fronte Greco), 19 novembre 1940.
“Comandante di plotone bersaglieri, da lui forgiato in granitico blocco di anime e di volontà, già distintosi per coraggio, audacia e sprezzo del pericolo, durante un movimento ciclo operativo in condizioni proibitive di clima, di terreno e di scarsezza di mezzi si prodigava volontariamente in rischiose missioni raggiungendo con audacia obiettivi assegnatigli e sottraendosi abilmente alle insidie avversarie.
In più giorni di aspri combattimenti alla testa del reparto, si lanciava ripetutamente all’attacco, con ardimento e slancio, rivelandosi trascinatore entusiasta e mantenendo indomiti i suoi bersaglieri al posto dell’onore e della gloria.
In una fase critica dell’azione incaricato di proteggere col plotone il ripiegamento della compagnia, sebbene affetto da un principio di congelamento, assolveva brillantemente il compito, sempre presente ove più violenta ferveva la lotta, animando con l’esempio del suo indomito coraggio i dipendenti alla resistenza.
Ricevuto a sua volta l’ordine di ripiegare, nonostante le gravi perdite subite dal reparto, si lanciava ala testa dei superstiti in posizioni dominante, riuscendo a sventare la minaccia di aggiramento sul fianco destro della compagnia.
Nel generoso slancio, al grido di “Savoia” cadeva mortalmente colpito da una raffica di mitragliatrice.
Prima di morire baciava le piume del suo elmetto simbolo della sua passione di bersagliere”.
Chi fu Vincenzo Tucci, Medaglia d’Argento? Non tutti lo sanno. Il campo sportivo di Pizzo è a lui intitolato e di fronte l’Edificio Scolastico di Piazza della Repubblica c’è una lapide di marmo a perenne ricordo delle sue gloriose gesta di eroe, collocata il 2.12.1947.
Nacque a Rossano Calabro il 13.2.1915, ma la sua giovinezza si sviluppò tutta a Pizzo Calabro fin da piccolo, dove seppe farsi una copiosa e sincera amicizia, riuscendo a conseguire il diploma di Ragioniere presso l’Istituto Commerciale di Vibo Valentia.
Fu bersagliere volontario conseguendo il grado di sottotenente, trovando coraggiosa morte sul fronte greco/albanese, a soli 25 anni.
La Medaglia d’argento al V. M. gli fu riconosciuta alla memoria, e il 5.1.1941 gli fu assegnata la laurea “Ad Honorem” in Economia e Commercio dall’Università di Roma.
Prima di partire come militare volontario fece parte delle prime squadre di calcio che si andavano formando, essendo molto talentuoso.
NOTA:
La campagna italiana di Grecia si svolse tra il 28 ottobre 1940 e il 23 aprile 1941, nell’ambito dei più vasti eventi della campagna dei Balcani della seconda guerra mondiale.
Vincenzo Tucci morì da eroe dopo appena 21 giorni dell’inizio della fallimentare campagna militare voluta da Mussolini, campagna che si aprì con un’offensiva del Regio Esercito italiano a partire dalle sue basi in Albania (controllata dagli italiani fin dall’aprile 1939) verso la regione dell’Epiro in Grecia, mossa decisa da Benito Mussolini al fine di riequilibrare lo stato dell’alleanza con la Germania nazista e di riaffermare il ruolo autonomo dell’Italia nel conflitto mondiale in corso. Malamente pianificata dal generale Sebastiano Visconti Prasca ed eseguita con forze numericamente insufficienti e scarsamente equipaggiate, l’offensiva italiana andò incontro a un disastro. Infatti, bloccato l’attacco nemico, le forze greche del generale Alexandros Papagos, appoggiate da unità aeree della Royal Air Force britannica, passarono decisamente al contrattacco respingendo le unità italiane oltre la frontiera e continuando ad avanzare in profondità nel territorio albanese. La sostituzione di Visconti Prasca, prima con il generale Ubaldo Soddu e poi con il generale Ugo Cavallero, non portò a grandi miglioramenti per le forze italiane, rinforzate in maniera caotica da un flusso disorganizzato di truppe e alle prese con una pessima situazione logistica; solo a fine febbraio 1941 il fronte italiano poté infine essere stabilizzato.
In marzo le forze italiane tentarono una massiccia controffensiva per respingere i greci dall’Albania, ma andarono incontro a un sanguinoso fallimento. La guerra si trascinò in una situazione di stallo fino all’aprile 1941, quando la Germania intervenne in forze nella regione balcanica: con un’azione fulminea, le truppe tedesche invasero la Jugoslavia e la Grecia, costringendole in poco tempo alla capitolazione. Benché vittoriosa nel finale, la campagna di Grecia si tradusse in un grave insuccesso politico per l’Italia, costretta ad abbandonare ogni pretesa di condotta autonoma e distinta dai tedeschi delle operazioni belliche.