La nostra storia
La “scelta differente” per liberare il futuro! Mi chiamo Antonio Viscomi. Sono felicemente sposato e padre di due figli, di dodici e sei anni. Io di anni ne ho cinquant
asei e dal 1999 sono professore ordinario di Diritto del Lavoro presso l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, dove, nel 1992, avevo già iniziato a lavorare come ricercatore. Sono nato a Petrizzi, ho studiato a Soverato dai Salesiani e poi ho frequentato la Facoltà di Giurisprudenza presso l’Università di Napoli Federico II dove mi sono laureato nel 1985 e lì poi anche specializzato. Dopo la laurea ho vissuto e lavorato un po’ in giro, in Italia e all’estero, ma tenendo sempre Roma come il mio campo-base. Poi, per molte ragioni e con molta consapevolezza, ho deciso di tornare in Calabria e mi sono impegnato a costruire qui il mio futuro, insieme al futuro dei tanti ma proprio tanti studenti che ho incontrato nelle aule universitarie. Da allora, il mio tempo è stato dedicato alla didattica e alla ricerca universitaria, privilegiando i temi dell’impresa, del lavoro, del welfare, delle migrazioni, delle discriminazione, delle amministrazioni. Sono questi alcuni degli argomenti che ho approfondito, cercando sempre di coniugare lo studio teorico con l’esperienza pratica. Proprio per questo, sono stato molte volte chiamato a collaborare con soggetti privati e pubblici per la realizzazione di importanti obiettivi di interesse generale. Mi piace qui ricordare soltanto la collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri sul riordino dei contratti di lavoro dei cooperatori allo sviluppo e poi con il Dipartimento della Funzione Pubblica e con l’Aran per la redazione dei primi contratti collettivi negli anni 90, la formulazione del Testo unico sul pubblico impiego, la legge sul telelavoro e l’innovazione organizzativa nelle pubbliche amministrazioni. Sono stato anche Presidente del Conservatorio di Vibo e per più di dieci anni i miei colleghi mi hanno eletto direttore del Dipartimento di Diritto dell’Organizzazione pubblica, economia e società della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro. Va da sé, però, che forse l’esperienza più nota e importante è l’aver assunto, in un momento difficile, la Vicepresidenza della Regione Calabria. È stata una grande sfida che mi ha portato a maturare alcune convinzioni profonde. La prima e più importante è questa: la Calabria può cambiare! Può cambiare veramente, se solo ciascuno di noi riuscirà ad arricchire la propria attività quotidiana con un di più di passione e di amore per questa terra, consapevole che ogni mattone, anche il più piccolo, è importante per la costruzione della casa comune. È quello che ho cercato di fare nell’attività istituzionale. E le cose fatte, anche se spesso non dette, sono tante: dalla riforma della dirigenza regionale, ridotta di più di quaranta postazioni con risparmi di spesa che è facile immaginare, alla puntuale applicazione dei sistemi di valutazione; dalla rotazione del 46% dei dirigenti regionali alla stipulazione di tutti i contratti decentrati, fermi da più anni; dalla riduzione delle spese sostenute per affittare case private per uffici pubblici (assurdo quando si hanno immobili di proprietà regionale) a un lavoro quotidiano, faticoso e costante, per riportare la Regione Calabria in una condizione di normalità; dall’approvazione della legge sull’artigianato – attesa da ben venticinque anni – all’approvazione del bilancio consolidato (in un anno e mezzo abbiamo portato ad approvazione più di cinquanta documenti contabili di società, enti e fondazioni, bloccati in alcuni casi da almeno dieci anni). Si tratta di un lavoro che spesso non si vede, ma senza stabilità dei conti la Regione, come ogni famiglia o impresa, non può che precipitare in una condizione di fallimento. E comunque a me hanno insegnato che i soldi pubblici non cadono dall’alto ma sono i soldi di tutti e vanno maneggiati con cura. Due cose, però, intendo segnalare in modo particolare. La prima riguarda l’azione per promuovere la riorganizzazione della geografia amministrativa degli enti locali, anche attraverso i processi di fusione dei comuni, di fatto mai realizzati in Calabria. La seconda riguarda la presenza a Roma nella Conferenza delle Regioni. Ho presieduto e coordinato la prima Commissione Affari Istituzionali e Generali e ho avuto modo di gestire alcune questioni delicate per conto di tutte le regioni italiane, anche negoziando con il governo centrale o altre istituzioni. In queste autorevoli sedi ho capito che il vero problema della Calabria è quello di riuscire a conquistare piena credibilità nei più svariati e importanti contesti istituzionali, quella credibilità che nasce dalla conoscenza approfondita delle questioni e dalla capacità di riuscire a dare un contributo per individuare e sviluppare soluzioni sostenibili nell’interesse di tutti. A sollevare problemi sono tutti capaci, ma ciò di cui abbiamo bisogno sono soluzioni sostenibili, credibili e verificabili. A dire il vero, per imparare tutto questo non ho avuto bisogno di grandi esperti e consulenti. È stato sufficiente stare al fianco di mio padre, artigiano emigrato per lunghissimi anni in un paese lontano, e a mia madre, che dell’emigrazione ha conosciuto l’altra faccia, silenziosa ma non meno dolorosa. “Chi non ha libri, non ha labbra”: per anni ho sentito ripetere da mio padre questa affermazione. E per tanti anni mi sono sentito dire che l’errore iniziale di un millimetro genera, alla fine, l’errore di un intero centimetro e… la porta non si chiude. E anche questo è vero. E tale regola basilare vale in tutti i campi della vita, anche di quella politica, amministrativa ed istituzionale. Ecco, credo che tutti quanti dovremmo imparare a dare contenuto alle nostre parole e a ragionare sugli effetti, anche a lungo termine, delle nostre azioni. Dovremmo tutti imparare “a parlare chiaro e a guardare lontano”, perché, alla fine, la differenza vera la fa solo una cosa: la credibilità e la coerenza delle persone. Questo perché la Politica, almeno per come la intendo io, non è occupare spazi di potere ma innescare processi di innovazione sociale, provando a dare risposte nuove, adottando politiche pubbliche sostenibili, ai bisogni delle persone, soprattutto di quelle ferite dalla vita. Politica, per me, è sinonimo di futuro. E questo futuro aspetta ancora di essere liberato. (Antonio Viscomi è candidato in Calabria alla Camera dei Deputati – Elezioni Politiche 2018 nelle liste del centrosinistra e del PD.)
IL LIBRO D’ORO DEI VISITATORI