Esiste nelle nostre tradizioni un proverbio che dice: “L’unione fa la forza”. Cosa volessero dire veramente i nostri antenati l’ho scoperto un giorno della mia ormai lontana gioventù mentre tra gli emicicli dell’aula del Dipartimento di Economia Aziendale seguivo la lezione del Prof. Zanetti sulla forza dell’organizzazione all’interno delle aziende. Ci spiegava che essa costituiva un valore fondamentale per ogni attività umana e per quella aziendalistica in particolare. “Se incarichiamo una persone – diceva – di alzare un certo peso arriverà, ad esempio, a sollevare al massimo 50 Kg. Stando così le cose se ne incarichiamo due allora quanto peso solleveranno? Noi rispondevamo di 100 Kg. E vero, diceva il professore se l’azione di sollevare dei pesi la faranno singolarmente, se invece i pesi li metteremo all’interno di un contenitore e li inviteremo a sollevare lo stesso allora operando insieme arriveranno a sollevare 120-130 chili ed oltre. E’ questa la forza scientificamente studiata e dimostrata dell’organizzazione (dell’operare insieme). Queste parole sono rimaste talmente impresse nella mia mente che ancora oggi dopo 50 anni le ricordo perfettamente. Nel 1993 anno in cui fui eletto Consigliere Comunale e nominato Assessore e Vice Sindaco a Pizzo tutti sapevano che c’era un Castello. Pochi eletti conoscevano la sua storia mentre la maggioranza lo conosceva come sede dell’Ostello della Gioventù e del Circolo dei Nobili. L’ élite culturale di Pizzo non si era mai preoccupata della sua valorizzazione ritenendolo evidentemente un bene da riservare a pochi tenendo la cittadinanza il più lontano possibile. Io avevo vissuto la mia fanciullezza in Via Savoia che è una di quelle Vie che da San Giorgio portano al Castello. All’epoca, anni 50, il castello era dirupato non accessibile al pubblico. Io con i miei compagni vi accedevamo dalla porticina collocata proprio sotto il ponte levatoio. Era sbilenca facilmente superabile. Utilizzavamo lo stesso per i nostri giochi d’infanzia. Anche io all’epoca non ne sapevo niente. Nelle scuole si parlava di altro: la Storia dei Regni prima dell’unificazione erano tabù. Poi andai a studiare all’Università di Torino e li cominciai ad acquistare conoscenza e coscienza di che cosa avrebbe potuto rappresentare per Pizzo il Castello con tutta la sua storia. Murat, il Decennio Francese, il Brigantaggio, il Risorgimento, Napoleone tutti temi molto interessanti dei quali iniziavo a coltivarne la conoscenza. Ritornato a Pizzo tutto questo come se non ci riguardasse. Vi erano Pochissimi appassionati storici locali. Dei veri rompiscatole da tenere a debita distanza per i problemi che avrebbero potuto porre alle varie amministrazioni comunali e come realmente a volte hanno posto. Aggiungo fortunatamente per noi perché, ad esempio, grazie a loro le botole sepolcrali di San Giorgio ancora sono li a testimoniare la storia di Pizzo. Nel 1993 sospinto da varie amici tento le elezioni comunali e risulto eletto. Questa fu la molla che fece scattare dentro di me il dovere morale di tentare di fare quanto più possibile per la mia piccola città. Riscoprire, far conoscere e valorizzare il Castello con tutta la sua storia mi sembrò una buona idea che feci rientrare nei miei progetti futuri. Nel frattempo alla Regione arriva alla carica di Assessore alla Cultura un vibonese illustre avvocato il quale dimostra non solo a parole di voler intervenire come realmente fece a favore di Pizzo e del suo Castello. Io invece, come amministratore comunale, organizzai nella sede del Consiglio Comunale una grande riunione dove invitai il meglio della élite culturale di Pizzo per iniziare quella attività di sensibilizzazione che dopo poco tempo portò a creare l’Associazione Pro Castello alla quale inizialmente aderirono oltre cento persone. Le immagini che propongo di seguito sono di quello straordinario periodo nel quale gettammo le basi per la rinascita culturale e quindi economica e turistica di Pizzo. Ci sono anche personaggi famosi i quali hanno servito la Comunità di Pizzo per tanti anni senza mei nulla a pretendere. Una grande tenerezza per quelle persone e per quelle vicende che ancorché facenti parte della nostra storia cittadina sono stati i germogli che hanno consentito la nascita e lo sviluppo ai massimi livelli dell’Associazione culturale Gioacchino Murat e di tutto quello che la stessa ha realizzato in questi diciannove anni.
IL LIBRO D’ORO DEI VISITATORI