RIFLESSIONE SULLE FOSSE COMUNI. Le fosse comuni sono un retaggio del passato. Nell’800 prima della creazione del cimitero si usavano questi metodi. I sotterranei delle Chiese di Pizzo sono piene di ossa umane. Questa specie di fossa comune del Cimitero di Pizzo non ha neanche la dignità di fossa comune, ma è un obbrobrio alla dignità non solo di quei poveri resti ma di tutta l’umanità. Certo che li dentro i defunti non ci sono andati da soli. Qualcuno ce li avrà pure messi. A Pizzo, a ben vedere il rispetto delle anime del Purgatorio ed il culto dei morti sono valori morali di fede molto radicati. Il popolo di Pizzo è da sempre cristiano con una radicata fede in Cristo ed in tutti i suoi valori. Tutte le famiglie hanno il proprio ossario, nel quale ripongono i resti mortali dei propri cari insieme a quelli di coloro che li hanno preceduti. Sono veramente pochi coloro che sfuggono a questo percorso tracciato. Certamente non nella quantità che emerge dall’esame visivo delle immagini che da qualche giorno stanno circolando sui giornali della Calabria. Certo il caso di Pizzo nulla ha, a che vedere, con quello di Tropea. Ritengo sia solo un caso di mala gestione della cosa pubblica. Ma ora che è noto a tutti, allora, non può essere ignorato. Nessuno può, in coscienza fare finta di niente. Nessun uomo o donna di fede può fare finta che non sia successo niente. Fino a quando i morti non riposano in pace i vivi sono privati dalla loro tranquillità ed anzi incorrono nelle ire di Dio, che tutti ci ha creati. Da sempre il mondo spirituale ha avuto le sue influenza su quello materiale. E non può essere escluso che lo stesso accada ancora.