I CIANGIULINI. Erano i professionisti dei funerali. Da tutti i paesi circostanti venivano a Pizzo per appaltare i loro servizi. Il loro compito era di piangere fino alla disperazione durante i funerali. Più eclatante e teatrale erano le loro esibizioni e più lustro veniva accreditato al defunto. I Pizzitani erano il meglio di questa professione, richiestissimi da tutti. Ebbene cari AMICI si tratta di tempi lontani che abbiamo il dovere di lasciare nelle nebbie del passato del quale fanno parte. A piangere sul latte versato lo sanno tutti che non serve a niente. Il Corso Garibaldi che è al centro del Centro storico di Pizzo come la maggior parte dei centri storici delle città e dei paesi della Calabria, si trova in uno stato comatoso che costituisce la parte terminale di un processo di degrado urbano iniziato intorno agli anni 60 con il boom economico che convinse tanti Pizzitani ad emigrare nelle Lande del Nord (Genova, Torino, ecc. ecc.). Degrado dapprima quasi impercettibile ma costante. Con gli anni 90 a partire dalla prima Amministrazione Stillitani, della quale io facevo parte, questo processo ha subito una parziale inversione di tendenza. All’epoca, con gli occhi rivolti a Tropea ed alla Riviera COSTA DEGL I DEI, si decise di puntare tutto sul Turismo ritenendolo il motore di cui Pizzo aveva bisogno per lo sviluppo futuro. Sono infatti di quell’epoca i primi Villaggi Turistici e tutti gli interventi comunali sulle spiagge e sulle attività commerciali. All’epoca venne affrontato il problema delle risorse idriche che risultarono molto abbondanti sulla Nazionale nei pressi della sorgente Sant’Antonio, tali da garantire le risorse idriche per tutto il Comune ed anche oltre. Solo che si trovavano intorno ai 100 metri di profondità sotto un grosso spessore di roccia come all’epoca risultò dagli studi e ricerche fatte fare dall’ing. PALLARIA Domenico Assessore ai lavori pubblici grande amico mio personale e di tutti i Pizzitani. Ci furono denunce, intervenne la Magistratura, venne adombrato il pericolo che il prelievo dell’acqua avrebbe potuto abbassare il livello del terreno e quindi avrebbero potuto crollare i piloni dell’Autostrada. Con lo STILLITANI DUE lo spirito pioneristico quasi avventuroso, precedente venne meno e con esso anche il progetto di rendere Pizzo indipendente dalla fornitura capestro della Regione. Il problema della carenza non risolta dell’acqua potabile, quello delle fognature di epoca borbonica, della limitata viabilità risalente ai tempi dell’occupazione spagnola, il regredire della Sanità con la perdita delle cliniche private ed la mancata operatività del nuovo ospedale, la chiusura di quasi tutti gli Uffici pubblici (dal Carcere all’Ufficio del Registro, dalla Tenenza della Finanza alla Pretura, ecc. ecc.), la chiusura di tutti i Cinema di Pizzo, il mancato sviluppo demografico, il mancato sviluppo nel campo della distribuzione commerciale sia all’ingrosso che al dettaglio sono tutte situazione concrete che hanno favorito il progressivo processo di abbandono del Centro storico con conseguente degrado di tutta la Comunità. Con il Turismo il fenomeno poteva essere rallentato, come è stato, ma da solo non poteva ne può essere risolutivo. Cero d’estate è difficile poter scattare foto come quelle proposto. Ma l’estate, quì dalle nostre parti, è da sempre limitata al mese di Agosto. Per cui nei restanti mesi si mostra in tutte le sue tragiche manifestazioni il fenomeno che, seppure imprecisamente, abbiamo cercato di descrivere. Per cui bravo a Santino il quale si fa carico dell’ingrato compito, di denunciare continuamente il fenomeno anche se questo certamente lo rende inviso a qualche esponente politico che ha sostenuto o sostiene all’incontrario. Certo non è un problema da poco e di questo, penso tutti noi, ne siamo perfettamente coscienti ma qualunque problema per fare in modo che non sia più tale deve essere affrontato e se possibile risolto. Quello che è mancato a quasi tutte le Amministrazioni Comunali del nuovo millennio è l’assoluta mancanza della visione del problema, parandosi dietro i fasti del turismo che sono come le rondini a primavera a che la cultura popolare pizzitana descrive benissimo con il detto “volaru a ciei”. Ebbene è assolutamente indispensabile che la classe intellettuale, imprenditoriale e del volontariato di Pizzo, indipendentemente da ogni partito o movimento politico, insorga contro questa APATIA e produca o faccia produrre un PROGETTO integrato per affrontare nel medio lungo termine questo inarrestabile decadimento urbano della nostra bellissima cittadina, dando in tal modo a noi tutti una SPERANZA per il FUTURO. Se siete arrivati alla fine i miei complimenti perché vorrà dire che volete bene al vostro paese e quindi siete VERI PIZZITANI.

LINK PER APPROFONDIMENTI:

Antichi mestieri: Li ciangiulini di lu Pizzu (rivistasantamariadelbosco.it)

Corso Garibaldi oggi di Santino GALEANO