Le montagne delle Serre Vibonesi vantano la presenza di molteplici luoghi di culto per lo più Mariani. Sono Santuari presenti dalla notte dei tempi, luoghi di culto privilegiati delle popolazioni calabresi che da sempre nella Madonna hanno trovato un sicuro punto di speranza e protezione dai mali congeniti della nostra terra (dalle pestilenze, dai terremoti, dalle incursioni dei saraceni alle guerre fratricide). Quello di cui pubblico delle immagini è stato costruito sulla cime di una montagna nei pressi di Pazzano, cittadina famosa per essere stata in passato sede di miniere di ferro con cui venivano alimentate le ferriere della vicina Mongiana. Ulteriori informazioni le potete trovare sul web. Quello che volevo segnalare a tutti è che i luoghi dello spirito sono posti straordinari raggiunti i quali si viene avvolti in un'atmosfera particolare di serenità e tranquillità che ci predispone alla preghiera. Sono luoghi nei quali i canali di comunicazione individuale con il nostro Dio sono più facili. Andate, pregate, parlate con il nostro creatore, confidate in Lui e Lui vi farà sentire come rinati. Provateci e fatemi sapere.
Vi segnale infine le spettacolari formazioni rocciose delle pareti delle Grotte simile alle nuvole che danno origine, così come le nuvole, a forme particolari la cui interpretazione è del tutto soggettiva ma che se intesa nello giusto modo può anche fare sognare il visitatore.

Storia

Eremo di Santa Maria della Stella (Pazzano)  Fonte WIKIPEDIA

 
Il primo documento sulle l’eremo è il Codice greco 598 di Parigi, contenente le opere di Sant’Efrem diacono, e composto dal monaco Michele[2].Successivamente, con le incursioni saracene, Cristodulo, che era l’egumeno dell’eremo, fuggì a Patmos. Con la fine dell’invasione saracena, Paolo, successore di Cristodulo, tornò a Stilo riportando molti manoscritti che costituirono parte della biblioteca di Santa Maria. Dal 1096, durante il periodo normanno, l’eremo di Santa Maria diventa un monastero minore, come si evince da un documento del conte Ruggero I, che cedette al vescovo di SquillaceGiovanni Niceforo, l’abbazia di San Giovanni Theresti di Bivongi, l’abbazia di San Leonte, la chiesa di San Nicola e Santa Maria della Stella[2]. Nel 1522 il monastero diventa santuario e vi fu collocata per la prima volta la statua della Madonna della Stella o Madonna della Scala. Si pensò fosse origine gaginesca, ma nuovi studi riferiscono con certezza che sia stata scolpita dal siciliano Rinaldo Bonanno per la somiglianza con altre sue opere. Da eremo di Chiesa bizantina diventa così col passare degli anni santuario della Chiesa cattolica, e le vecchie icone bizantine vengono abbandonate, e mai più recuperate ancora ai giorni nostri, in favore della statua della Madonna della Stella. Nel secolo XV il Santuario diventa indipendente da San Giovanni Theresti e i basiliani (Grancia dell’ordine di San Basilio) abbandonarono l’eremo (1670) anche se rimane all’ordine di San Basilio fino al 1946. Il primo parroco si suppone sia stato Marcello Jhodarelli nel 1670. Nel 1691 viene descritto nel XVIII paragrafo dell’Appendice III: Delle Sagre Immagini Della Calabria illustrata di Giovanni Fiore da Cropani[3]. Nel 1965 don Mario Squillace, parroco di Pazzano, scrive un libro interamente dedicato all’eremo: L’eremo di S. Maria della Stella e nel 1998 nella raccolta di poesia A terra mia Giuseppe Coniglio gli dedica la poesia A stida.