E’ da molto tempo che a Pizzo si parla di creare un belvedere all’interno del Rione Carmine con vista sulla Seggiola. Di creare un  nuovo luogo, adeguatamente attrezzato,  potenzialmente idoneo ad attrarre gente e visitatori che altrimenti non avrebbero avuto motivo per andare a visitare quelle zone interne della nostra Città. Tutto questo sul presupposto che la presenza di un continuo flusso di visitatori  desse un grosso contributo alla vivacizzazione del  nostro Centro storico e creasse  la premessa per l’apertura di negozietti così come avviene in tutte la Città turistiche del mondo.
Per un certo tempo s’è parlato dell’area ex Ospedale del Carmine attiguo alla Chiesa del Carmine poi per motivi di stabilità del terreno la scelta è stata spostata nell’area del Padiglione Scolastico.
Nessun fabbricato ha diretto accesso su tale area ma sulle Vie che circondano il suddetto spazio, per cui non c’era nessuna necessità immediata di dargli un nome che lo individuasse, cosi come tanti altri luoghi simili, tipo:  il Belvedere antistante la Piazzetta del Mercato di Via Marcello Salomone, il Piazzale collocato in Località La Parrera e tanti altri.
Ne tanto meno a nessuno è venuto in testa di fare richiesta al Comune perchè all’area venisse attribuita una denominazione particolare.
A nessuno meno che a Ruggero Antonio CERAVOLO, Vice Presidente dell’Associazione Culturale Gioacchino Murat.
Il Murat è un personaggio al quale sono intestate Vie e  Piazze in molte Città d’Italia, per restare vicono a noi vedasi la toponomastica a Vibo Valentia e a Lamezia Terme. E’ un personaggio di levature mondiale che molto ha fatto per lo sviluppo economico e sociale e culturale del Meridione d’Italia, che viene generalmente riconosciuto come un antesignano del Risorgimento Italiano sia per il Proclama di Rimini e sia per lo sbarco di Pizzo con cui tentò la riconquista del Regno e forse pensava dell’Italia intera. E’ un personaggio che è sepolto a Pizzo nella Chiesa di San Giorgio Martire. E’ un personaggio che diede duemila ducati per il completamento della costruzione della Chiesa di San Giorgio Martire. E così come gli uomini ricorderanno sempre la figura di Napoleone Bonaparte, non potranno dimenticare quella del cognato, Maresciallo di Francia, Granduca di Berg e Re delle Due Sicilie. Murat rappresenta per Pizzo, se opportunamente sfruttato, un vero è proprio giacimento d’oro. L’attrattore religioso con Piedigrotta, l’attrattore culturale  con il Castello Aragonese e la tomba di Re Gioacchino Murat abbinati alla produzione locale di ottimi gelati nonchè all’industria dell’accoglienza praticata attraverso buone strutture alberghiere (vedi il nuovo Piccolo Grande Hotel)  nonchè i vari Bed and Breakfast nati come funghi in tutto il territorio cittadino, creano una bomba turistica che se ben sfruttata può dare da vivere ai Pizzitani senza che siano costretti ad andare per mare.  Per i sopraddetti motivi l’idea di Ruggero Antonio CERAVOLO è stata fatta subito propria dall’Associazione Murat, la quale assunte le necessarie informazione di assoluta mancanza presso il Comune, di qualsiasi richiesta in tal senso, da parte di chicchessia, sul nuovo Belvedere in costruzione ha avanzato formale richiesta al sindaco di Pizzo. 
La normativa in materia prevede che per modificare le vecchie Vie e Piazze il Comune deve dotarsi delle autorizzazioni della Sovrintendenza, del Ministero della P.I nonchè di quella del Prefetto di Vibo Valentia; invece per quelle nuove è sufficiente la Delibera di Giunta con lì’Autorizzazione del Prefetto mentre è vietata l’intestazione di Vie e  Piazza a persone morte da meno di dieci anni, salvo casi particolari. Sono norme del periodo fascita non più modificate. Ebbene in tal senso ha proceduto la Giunta Comunale di Pizzo intitolando il nuovo spazio Piazza Gioacchino Murat ed inviando l’Atto Deliberativo per la necessaria autorizzazione al Prefetto di Vibo Valentia. 
Nel mentre l’Associazione Murat ha dato incarico allo scultore Prof. FARINA di studiare un progetto di  massima per la realizzazione di un monumento in bronzo a Re Gioacchino Murat in ricordo delle vicende murattiane svoltosi nelle 5 giornate di permanenza del Re a Pizzo. Il monumento assumerà la forma di una grande stele alta circa 3,5 metri con dei pannelli in bronzo illustrativi dei diversi momenti storici murattiani (sbarco, arresto e fucilazione) in modo tale che il visitatore della Piazza G. Murat abbia una rappresentazione visiva e quindi immediata dei legami storici tra Pizzo e Murat. In tal modo si creerebbe un percorso murattiano che partendo dal Castello condurrebbe alla Tomba di Murat nella Chiesa di San Giorgio e finirebbe nella Piazza G.Murat dove il visitatore viene messo in condizione di capire la tragedia murattiana. In tal modo si creerebbe quel flusso continuo di visitatori tanto necessario per tentare di rianimare il nostro Centro Storico. 
Purtroppo non tutti i Pizzitani sono uguali. Non tutti riescono a vedere al di là del proprio naso, Non tutti guardano all’interesse della comunità. Non tutti capiscono che l’Amministrazione Comunale ha il dovere di privilegiare l’interesse collettivo rispetto a quello individuale. E’ il Partito della conservazione vera, del non sviluppo, il partito dell’arretratezza che una volta trovava fondamenta in interessi economici ben precisi mentre ora trova fondamento in un’arretratezza culturale molto accentuata. Episodi negativi del passato sono:
1) la mancata realizzazione del Porticciolo Turistico per petizioni popolari di persone che sostenevano il diritto di farsi i bagni di mare alla Marina;
2) la mancata apertura della Grotta Azzurra che da sola ha una potenzialità attrattiva enorme per l’opposizione di certi proprietari di case sovrastanti che hanno intravisto un pericolo per la propria proprietà ed hanno messo in moto il sistema giudiziario, il quale alla fine ha dato ragione al Comune circa l’assenza di ogni pericolo per la rupe su cui poggia il Rione Carmine, mentre ha vietato di introdurre acqua nella Grotta Azzurra. L’assurdità della vicenda è che l’acqua nella Grotta c’è sempre stata, sia prima della chiusura che durante gli anni successivi e c’è ancora, senza che essa avesse recato alcun danno alla roccia sovrastante. In conclusione sono stati stanziati e spesi centinaia di migliaia di euro per aprire la Grotta ai visitatori e ripristinare un attrattore turistico, il lavoro è stato fatto ed i soldi spesi, però la grotta non si è potuto aprire grazie all’opposizione di certi pizzitani del Partito della Conservazione.
3) la Chiesa di Piedigrotta si sta sfaldando tutta sia per il trascorrere del tempo e sia per l’eccessivo numero di visitatori che effettuano la visita senza alcun controllo da parte di nessuno. In passato alcuni progetti hanno cercato di realizzare interventi conservativi e di ripristino e di tutela all’interno della Chiesa. Tutto bloccato dalla Banda dei Conservatori, per cui le poche risorse disponibili invece della tutela della Chiesa sono stati spesi per l’esterno: gradinate in granito rifatti più volte, stradina di accesso, ecc.. Tutto questo mentre i dipinti della Chiesa sono ormai quasi del tutto scomparsi e le statue di tufo non sono quasi più riconoscibili.
Anche per Piazza Murat si sta tentanto altrettanto. Appena la Delibera di Giunta è stata pubblicata sull’Albo Pretorio una lettera a nome di un’Associazione Napitina è stata consegnata a tutti i componenti della Giunta Municipale per contestare la scelta dell’Amministrazione Comunale. La Piazza doveva essere intitolata a Giorgio Marincola e non a Gioacchino Murat. E questo perchè Giorgio Marincola da giovane “aveva giocato nello spazio antistante il Padiglione scolastico”. Si chiedeva quindi all’Amministrazione di revocare l’Atto Deliberativo e di sostituirlo con altro nel senso voluto dall’Associazione richiedente. A Murat caso mai si desse il Parcheggio Papa oppure lo spiazzo antistante la Piazzetta Mercato. Il Partito della Conservazione e del sottosviluppo ancora una volta aveva sparato la sua cannonata. 
Stavolta, però, le cose andranno diversamente dal solito perchè la nostra giovane Amministrazione Comunale condotta dal Sindaco Gianluca Callipo sa dove vuole portare la Città di Pizzo. Vuole una città ricca e sviluppata, vuole farne un centro turistico culturale di primaria grandezza ed perfettamente cosciente che il giacimento culturale rappresentato dalla nostra Storia deve essere assolutamente valorizzato, vedesi in tal senso l’adesione alla Federazione Europea delle Città Napoleoniche. E poi dietro di Lui e questa volta avanti a lui c’è l’Associazione Culturale Gioacchino Murat (iscritta all’Albo Regionale degli Enti Culturali) e piena di riconoscimenti a livello provinciale, regionale, nazionale ed internazionale,  la quale non accetterà mai di essere umiliata da altre Associazioni che si ricordano di esistere solo se c’è da portare avanti gli interessi personali di qualche associato e non quelli generali della Comunità dei Pizzitani.