Sistema Turistico Locale Vibo Valentia – Programma di massima (1)
ESTRATTO DAL PROGRAMMA DI MASSIMA DELLE ATTIVITÀ DEL SISTEMA TURISTICO LOCALE “TROPEA E LA COSTA DEGLI DEI”
La provincia di Vibo Valentia può essere considerata una “città d’arte e di cultura” e tutto il suo
territorio provinciale sorprende per la quantità e la qualità delle testimonianze artistiche e culturali presenti.
La presenza di oltre 1.100 siti, finora individuati nell’ambito dell’attività di analisi del PTCP, nei
quali sono compresi beni archeologici e architettonici presenti nel territorio, determina diversi
obiettivi perseguibili attraverso progetti che, nel rispetto del tessuto storico insediativo e della
identità culturale espressa dalle popolazioni locali, possano contribuire alla conoscenza e alla
fruizione dei beni stessi.
La provincia vibonese infatti è così ricca di beni culturali che spesso gli stessi residenti non
conoscono del tutto l’estensione di questo patrimonio o la sua esatta collocazione sul territorio. E’ compito pertanto delle istituzioni valorizzare questa ricchezza non solo per ragioni turistiche ed economiche ma soprattutto perché la consapevolezza della forza e della bellezza della propria identità culturale spinge a cercare un dialogo, uno scambio, un positivo confronto con gli altri, garantendo così un ulteriore arricchimento della propria cultura.
A questo si aggiungono beni unici dal punto di vista paesaggistico e naturalistico come l’intera
zona costiera compresa tra Pizzo e Nicotera è una Zona di Protezione Speciale. Mare limpido e
cristallino, costa rocciosa e selvaggia, grotte naturali, anfratti, strapiombi, un susseguirsi di spiagge e cale; è questo il biglietto da visita con cui si presenta il territorio costiero nei suoi 76 Km di rara bellezza. A questi si aggiungono terrazze o imponenti strapiombi su cui si poggiano centri abitati, fiore all’occhiello della Calabria stessa. Tra i luoghi più caratteristici e solo per esempio ricordiamo la spiaggia di Grotticelle, di Formicoli, Belvedere, la Baia di Sant’Irene, la Marianella, la Pizzuta ed ancora le Grotte del Cavaliere (situate tra Tropea e Ricadi, sono costituite da pareti a strapiombo di roccia arenaria che scendono su piccolissime spiagge interrotte da blocchi della stessa roccia), lo scoglio della Galea, lo scoglio del Mantineo, il relitto a largo di Riaci, la scogliera tra Joppolo e Nicotera, i fondali rocciosi di Formicoli. Anche per gli amanti dell’immersione le attrattive non mancano grazie alla ricca flora e fauna marina: i fondali sono habitat di numerose specie animali (axinella, nudibranchi, vermocani, spugne di colori diversi, ecc.…) e vegetali (claveline, astroides, ecc.…).
L’area collinare interna composta da 25 comuni che contiene due aree distinte – il Monte Poro e
la Valle del fiume Mesima – cui si aggiungono i comuni collinari della Valle del lago Angitola. Essa confina con il capoluogo e si estende sino alle pendici delle Serre. Il Monte Poro disegna un paesaggio agrario vivace e ordinato, cosparso di molteplici piccole aree archeologiche
corrispondenti agli antichi insediamenti urbani, ove ancora oggi sono localizzati i centri urbani del Poro. Le due oasi naturali di Cropani-Micone e del Marchesale a cavallo con le Serre e la valle del Lago Angitola – oasi naturale del WWF – a nord, luoghi di bellezza naturale, tracciano i confini dell’area che al suo interno è più urbanizzata.
La parte montuosa dell’Appennino delle Serre, che comprende 13 comuni, la più marginale e
remota della provincia, con scarse infrastrutture e un tessuto urbano parzialmente abbandonato. È una nicchia naturalistica e ambientale di grande pregio, a tratti completamente incontaminata, che include parte delle oasi naturali di Cropani-Micone, del Marchesale e dell’Angitola. L’area è caratterizzata da un secondo tracciato di piccoli centri urbani terrazzati nelle Serre parallelo a quello del Mesima, (da Simbario a Fabrizia) e di centri che si snodano lungo il crinale nella parte nord delle Serre.
Anche per un turismo di tipo culturale l’offerta e ampia e variegata. Grotte, ruderi, torri, castelli, case nobiliari, chiese e monasteri; impronte di greci, latini, bizantini ed aragonesi rappresentano le attrattività culturali più interessanti, tra cui spicca la certosa di Serra San Bruno.
Il problema principale è la scarsa valorizzazione dell’intero patrimonio artistico-culturale. La
destinazione, ancorata alla sua offerta balneare, non ha ancora saputo attribuire il giusto peso
dell’aspetto culturale, all’interno della sua offerta turistica, lasciando così spazio ad eccessivi
individualismi a discapito della qualità finale.
Volendo sintetizzare l’enorme offerta culturale dell’area, possiamo così suddividerla: reperti
archeologici, musei, i castelli e le torri, cattedrali, chiese, monasteri.
Per la sua posizione strategica nella Regione Calabria, la provincia vibonese si presenta
particolarmente ricca di reperti archeologici. Tra i più interessanti possiamo ricordare quelli nella città di Vibo Valentia (resti di età neolitica, di un tempio dorico e di una colonia sicula) grazie all’antico splendore di cui godeva Hipponion (l’attuale Vibo Valentia). Famosa, sempre nella stessa area, è la zona archeologica tra Trainiti e Bivona.
Scendendo lungo il tratto costiero troviamo i ruderi di età romano imperiale a Parghelia; le vestigia di uno stanziamento preistorico, la grotta di San Leo con affreschi bizantineggianti e una necropoli della prima età del ferro a Tropea; le vestigia di età classica a Ricadi; le reliquie di una necropoli romana a Nicotera. Di particolare importanza anche gli insediamenti rupestri di età neolitica a Zungri. Con riferimento alla risorsa “archeologia”, l’intera provincia appare particolarmente disorganizzata: la scarsa cura e valorizzazione di quest’inestimabile patrimonio è diffusa su tutto il territorio.
Tra i musei più importanti ricordiamo: Museo archeologico statale V.Capialbi di Vibo Valentia,
Museo d’arte sacra di Vibo Valentia, Museo diocesano a Mileto, Museo provinciale murattiano a
Pizzo, Museo della civiltà contadina a Ricadi e Monterosso, Museo dei Marmi a Soriano, Museo
delle Ferriere a Mongiana, Museo del Mare a Pizzo, Museo Diocesano di Nicotera, Museo
provinciale di Civiltà contadina del Poro, Pinacoteca vescovile, Archivio storico comunale, Archivio storico vescovile. Il problema è la fruibilità di queste risorse. Alla scarsa attività di promocommercializzazione si aggiunge, spesso, la cattiva abitudine di non aprire al pubblico negli orari tipicamente turistici.
Per quanto riguarda i castelli e le torri, alcuni sono perfettamente restaurati ed ospitano musei o mostre, mentre per altri sono rimasti solo pochi ruderi abbandonati. Tra i principali ancora intatti ricordiamo il Castello di Nicotera di epoca normanna.
Da segnalare che, la loro cattiva gestione (escluso il Castello di Pizzo), molto spesso, non
permette ai turisti di poterli visitare internamente. Le torri di avvistamento, di epoca angioina, sono sparse lungo tutto il tratto costiero. Anche in questo caso non sono valorizzate e quasi mai incluse in specifici itinerari turistici. Numerosissime le attrattive di carattere religioso. Tra queste, spicca a Tropea la Chiesa di Santa Maria dell’Isola, a Pizzo la Chiesetta di Piedigrotta, a Vibo Valentia il Duomo di San Leo Luca e la chiesa di San Michele, a San Gregorio la chiesa di santa Ruba, a Soriano il Santuario di san Domenico, a serra San Bruno la Certosa, a Nicotera la Cattedrale ed il museo diocesano di arte sacra.
Altra attrazione del territorio è rappresentata dalla tradizione e cultura enogastronomia, semplice ed autentica come tutta la cucina calabrese. Il territorio offre una grande varietà di prodotti tipici come la ‘Nduja di Spilinga, noto insaccato piccante cremoso e spalmabile , la Cipolla Rossa di Tropea, il Pecorino del Poro, l’olio extravergine d’oliva, il vino zibibbo (dolce e profumatissimo) e i liquori alle erbe, come il cosiddetto “Nocino” , per la presenza di numerosi alberi di noci; il fragolino ; l’ Amaro del Capo, prodotto a Limbadi, una miscela di tante erbe che crescono spontanee in questo luogo; gli agrumi ; varie spezie e aromi come la cannella , i chiodi di garofano, la noce moscata, l’origano, il finocchietto selvatico, la menta, il rinomato peperoncino piccante; i gustosi pomodori secchi; pasta fatta in casa come i “fileia”, i tagghiarini (tagliatelle) e strangugghi; le pitte di San Martino (biscotti farciti con impasto di uva passa, pinoli, noci, cioccolato e vino cotto); i crocetti di fichi secchi (fichi secchi infornati ripieni di noci, mandorle e scorza d’arancia, ricoperte da zucchero in polvere o cioccolato fondente) ; il tonno all’olio d’oliva e il “Tartufo” (gelato) di Pizzo; mostaccioli di Soriano che, fatti con farina e miele, rappresentano figure arcaiche; torroni di mandorle; funghi delle Serre.
Le numerose manifestazioni artistiche, culturali e i percorsi gastronomici si concentrano nei mesi estivi ad esempio ricordiamo quali eventi di richiamo: il Premio Nazionale Letterario Citta’ di Tropea, Tropea Film Festival, Tropea Blues Festival, Giornate Murattiane di Pizzo, Carnevale Militese, Tamburello Festival a Zambrone, Filocastrum Fest e Facimu rota a Motta Filocastro, Serra Suoni a Serra S.Bruno, Capo Vaticano tra Terra e Mare, Settimana Teatrale San Costantino Calabro, Sagra del vino di Brattirò, Sagra della ‘nduja di Spilinga, Fiera Nautica delle Calabriae a Vibo Marina, ect.
IL LIBRO D’ORO DEI VISITATORI