NAPIZIA NELLA STORIA ANTICA DELLA MAGNA GRECIA(743 a.c. – 280 a.c.) L’origine focese di Crissa rivendicata da storici antichi, anche per nobilitare la fondazione di Napitia, oggi Pizzo.

L’origine focese di Crissa rivendicata da storici antichi, anche per nobilitare la fondazione di Napitia, oggi Pizzo.
A parte la comunanza delle origini relative alle tre città, tutte le argomentazioni e le prove che si adducano nel tentativo di far luce nella ricerca della loro lontana formazione, sono non del tutto concordanti; senza considerare la scarsezza degli elementi allo stato degli atti a disposizione degli studiosi. Esse comunque si possono grosso modo raggruppare intorno ad alcune tesi fondamentali che trovano presso gli storici alcuni elementi di sostegno, che non sono comunque sufficientemente probanti per accedere all’una o all’altra ipotesi; anzi tutta la materia, che appassiona ricercatori e studiosi, si poggia su elementi talmente vaghi e scarsi da dubitare circa la loro stessa validità. Da una parte sta la tesi di coloro che si richiamano ad un forte movimento migratorio che in epoche lontanissime si stabilì fra le due sponde dello Ionio, e quella invece che riallaccia tutta la vicenda alla guerra di Troia, sconfinando così inevitabilmente nelle brume della leggenda.
Accedendo a questa seconda ipotesi il Tranquillo, nella sua storia Apologetica dell’antica Napizia, anno 1725, cap. IV, pag. 13, si richiama alla autorità di alcuni famosi scrittori calabresi di indubbio valore per sostenere la tesi dell’origine focese delle tre città della Magna Grecia: Crissa, Napitia e Hipponion.  A tale proposito riportiamo integralmente la sua opinione: « La Grecia, nobile regione dell’Europa, dalla parte volta verso il mare tiene, giusta il rapporto di Giovanni Boemo, la Provincia Focide: questa fu ne tempi tramandati famosa, si per cagione de suoi Eroi, si per le sue ragguardevoli città, di cui una è chiamata Focea, e Focesi i suoi cittadini ».
« De Focesi scrivono Barrio, Marafioti e Fiore, che dopo le ceneri di Troia, da contrari venti e da tempeste spinti, finalmente nelle riviere, non solo per di là dal fiume Angitola, ma anche per di qua dal fiume stesso, discesero. Quivi in tre Colonie divisi, una edificò, sotto la guida di Crisso fratello di Panopeo, Principe Focese, la città Crissa, così ad onor del condottiero della Colonia chiamata, siccome sussurrano nella Cassandra Li-cofrone, e  il suo interprete Isacio: Ella però oggi è Rocca Angitola nomata, conforme riferisce Barrio (lib. 2 f. 139), Marafioti (lib. 2 cap. 23) e Fiore (lib. 1 pag. 2 cap. 2) e il Boudrand (tom. I fai. 60).
L’altra Colonia di Laudati « Greci, Focesi, dilungatesi poco men di quattro miglia dapresso allo scoglio, dove oggi è il Pizzo, approdò; e sopra cotal sasso altissimo la città Napizia fondò, così chiamata a gloria del Focese Principe Napizio, Condottiero e Capo della Colonia medesima ».
« Slmilmente da Iponio cavaliere Focese, e dall’altra Colonia Capo, avendo oltrepassato per di qua del nominato fiume, una città fabbricata, che dal suo nome Ipponio », conforme al rapporto di Stefano Bizanzio de Urbibus, di Barrio lib. 2, fol. 143) di Marafioti (lib. 2, pag. 130) e di Fiore (lib. 1, pag. 2).
Siccome le fonti citate da Ilario Tranquillo, mentre danno per scontato ed in modo non equivoco l’origine focese delle due città Crissa ed Ipponion, questi, che aveva tanto a cuore soprattutto la storia della sua Napitia, è costretto a ricorrere a delle supposizioni per riempire il vuoto che riguarda l’origine focese della sua città. Così infatti prosegue: « già siccome più in suso s’è divisato, fabbricarono Crissa ed Ipponio, i laudati Greci Focesi, quella quasi quattro miglia da Napizia distante, e questo poco men di sei. Or che da tal vicinanza tra Napizia e le altre due prenominate città, Crissa ed Ipponio; saggiamente conghietturar si puote, che siccome di queste furono Fabbricatori l’accennati Greci Focesi, così parimenti di quella furono i Fondatori: conghietture convincenti sono queste, perché tratte dalla vicinanza, e prudentemente usate si sono da scrittori di grande intendimento ».  « Anzi pompeggiando l’antica Napizia in mezzo a Crissa ed Ipponio, è tortissima la conghiettura che dalla vicinanza si trae, onde ci violenta a confessare, che i Fondatori di lei siano i Greci Focesi che le mentovate due città fabbricarono ».
Il Tranquillo impegnato a ricondurre alle origini greche, la fondazione della sua città, che corrisponde ad un desiderio piuttosto diffuso nell’antichità di nobilitare le origini della propria città col riferimento alle vicende dell’Antica Grecia, rigetta sdegnato l’altra ipotesi che pure ai suoi tempi era molto corrente.
« L’altra invenzione s’è, d’un certo, che bisguizzando sul nome Napizia, dir solea, che’ suoi Fondatori furono i Napitei, nati in Napata, Città dell’Etiopia, venuti ad inquietar colle rapine la Calabria, che per memoria di Napata lor Patria, la nomarono Napizia, e che il fine di fabricarla fu, affinchè dopo le rapine, a danno di questa Provincia esercitate, in lei si ritirarono, come a sicura fortezza per difendersi dall’armi nemiche. Oh! quante fanfaluche senza arrossarsi sballa cotal Anonimo Contradditore. Favolose invenzioni al certo perché di cotal venuta di Napitesi in Calabria a rubbare e sfondar città non si fa menomo ricordo da nessuno scrittore ».
« Inoltre Leandro Alberti nella sua Italia, Barrio nel I libro. Campana nel secondo, e Paolo Merala vogliono, che nissun barbaro l’altrui terra assaltò prima della venuta in Calabria dell’Arcadi Escovi, che fu nel 2229 dalla Creazione del mondo » (pag. 15, opera citata).
Ormai dominato dall’idea dell’origine focese della sua città egli scarta anche l’ipotesi della derivazione geografica del nome: « Or per cagion di così amena selva, che ne’ tempi antichi non era men voga e deliziosa, come dalla fertilità del terreno, da perpetui fondi, che sorgono e da giardini che nel suo luogo si scorgono, ove quasi perpetua fioreggia la Primavera, saggiamente si argomenta: è verisimile che la nostra città abbia di Napizia il nome ottenuto. Conciossiaché la parola selva, nel latino idoma è detta saltus, siccome leggesi nel Calepino; ma tal vocabolo saltus, nel greco idioma si dice Napi, come nel laudato Autore s’osserva. Tutto ciò presupposto, è verisimile e molto probabile, che la città già fondata presso alla menzionata Selva, in lingua greca chiamata Napi, sia stata per causa di tal Selva, nominata Napizia…
Ma vie più probabili si è, come più in su dettto, ch’ella tal nome ottenne per cagion di Napizio Principe Focese e Capo de Fondatori della medesima: nulla dimanco per paciare cotai contrari pareri, dir possiamo, che quantunque la città nel cominciamento della sua fondazione ad onor di Napizio, Napizia fosse stata chiamata; ad ogni modo restò poi in lei maggiormente conservato tal nome per la vicinanza della mentovata selva ».