Nodi da sciogliere per liberare energie.
La cultura è un “investimento” capace di generare benefici economici e sociali di lungo termine.
– L’immenso patrimonio artistico italiano è da anni soggetto a una strategia del “riparare” anziché “prevenire”, espressione di una politica per il turismo che non è riuscita a promuoverlo efficacemente ed efficientemente a livello globale. Non a caso, nonostante l’Italia sia il paese con il più rilevante patrimonio artistico del mondo (sia per numero di beni Unesco che per numero di spazi museali), continua a figurare alle spalle di Francia, Stati Uniti, Spagna e Cina per numero di turisti stranieri ospitati annualmente.
Come invertire la rotta?
– Le future politiche per il patrimonio culturale dovranno garantire la tutela e il recupero del patrimonio culturale tramite un’importante attività di sburocratizzazione atta a facilitare/velocizzare gli interventi diretti alla tutela dei beni culturali.
Come farlo senza che la maggior snellezza dei processi comporti una riduzione nell’accuratezza dei controlli e della capacità di intervento dei pubblici poteri?
– Andranno inoltre rese maggiormente funzionali le attuali politiche per la promozione del turismo a tutti i livelli. In che modo?
– Potrebbe un possibile spunto essere la redistribuzione, allo stato centrale, di parte delle risorse che le regioni dedicano alla promozione del turismo locale, affinché tali risorse vengano investite nei nuovi media e nei social network globali? Oppure?